L'anatomia dell'ileopsoas

L’affascinante viaggio nel mondo dell’anatomia umana e nello specifico nel mondo dei muscoli e delle loro singole funzioni oggi ci porta alla scoperta dell’ileopsoas, che è il muscolo più lungo del nostro corpo. L’ileopsoas, svolge la funzione di collegare le vertebre alle gambe, è composto in realtà da due muscoli: il grande psoas che parte dalle vertebre all’altezza del diaframma passa sulla fossa iliaca e si inserisce nel piccolo trocantere (una delle due protuberanza del femore) e l’iliaco che origina dalla cresta e dalla fossa iliaca e  dal sacro e si inserisce nel tendine del grande psoas e quindi, a sua volta, nel piccolo trocantere. Forse qualcuno di voi intuisce già che l’ileopsoas è di fondamentale importanza per la postura e la deambulazione! 

Cosa succede quando lo psoas è accorciato? 

I problemi sorgono quando questo muscolo si accorcia e non viene stirato e usato a sufficienza. Per capire meglio quali siano le conseguenze immaginate delle asticelle parallele forate, tenute insieme lateralmente da due fili. Ora immaginate che i fili laterali siano una porzione dello psoas e le asticelle parallele le vertebre e come ultima asticella il bacino, che è anche la parte più pesante. Se tiriamo i fili laterali le asticelle si avvicinano, mentre se li rilasciamo esse si separano. Quindi è facile intuire che se i due ileopsoas sono accorciati e poco tonici, le vertebre, esattamente come le asticelle, si avvicinano e comprimono in questo modo i dischi e i nervi limitrofi.

Oltre al conseguente dolore alla zona lombare questo influisce anche sulla respirazione, dato che è anche collegato al diaframma, con possibile tensione, ansia e stress; tutte emozioni che vengono somatizzate in questo muscolo. Infatti nel mondo orientale lo psoas viene anche chiamato “muscolo dell’anima”. Secondo alcuni autori in esso sarebbe racchiuso il nostro istinto alla sopravvivenza, cioè quello che si attiva quando si innesca il meccanismo difensivo primitivo di “lotta o fuga”. In una reale situazione di pericolo questa sarebbe la nostra ancora di salvezza, ma nella vita quotidiana non dobbiamo (quasi) mai realmente scappare correndo. E’ così che accumuliamo costantemente tensione che a sua volta contrae lo psoas. Questa contrazione costante manda segnali di stress al sistema nervoso e innesca un circolo vizioso in cui paure e ansie vengono progressivamente amplificate.

Anche stare costantemente seduti in ufficio, in macchina o sul divano fa sì che questo muscolo si accorci progressivamente e quindi è arrivato il momento di correre ai ripari! Non sapete come fare?

Avere uno psoas sano in 5 mosse:

  • Mantenete le anche mobili
  • Fate stretching che allunghi anche questo muscolo spesso dimenticato
  • Tonificatelo grazie ad esercizi mirati
  • Provate anche con esercizi di rilassamento
  • Mantenete la colonna vertebrale flessibile e allungata

E per concludere provate a fare questo semplicissimo esercizio, soprattutto se state seduti per molto tempo. Mettetevi in piedi. Se non siete sicuri del vostro equilibrio su una gamba sola state vicini ad un muro al quale appoggiarvi in caso di necessità. Ora piegate il ginocchio destro e portate il tallone più vicino possibile al gluteo, premendo sul collo del piede con la mano destra. Fate attenzione sia a mantenere le gambe che le ginocchia unite. Sentite l’allungamento del muscolo, ma non sforzate troppo. Contate lentamente fino a 10. Ripetete dall’altro lato.

BUON DIVERTIMENTO!

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13. Dicembre 2017
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